Sekiro: Shadows die twice - recensione
- GamePool ITA
- 14 apr 2021
- Tempo di lettura: 4 min
INTRODUZIONE
Quando From Software nel lontano 94 pubblicò "King's Field" per la neonata PlayStation, nessuno avrebbe pensato che in quel titolo erano racchiuse le basi che poi avrebbero distinto quel marchio negli anni a venire. Oggi come allora, questi titoli hanno mantenuto la loro natura Hardcore rendendola un marchio di fabbrica intangibile capace di spaccare il grande pubblico a metà. Se da una parte la casa nipponica gode della stima di una forte nicchia di utenza, dall'altra si trova davanti un esercito di giocatori che reputano i loro titoli ingiustamente frustranti. Queste caratteristiche così nette hanno reso questi titoli accessibili ai più audaci, tagliando fuori quella buona parte di pubblico troppo scoraggiata.Perché sono queste le prime sensazioni che si provano quando ci si trova davanti ad un titolo del maestro Miyazaki. Mai più di tutti, Sekiro Shadows Die Twice è stato capace di generare sconforto nella mente del giocatore meno coraggioso, mettendolo alla prova in modo costante e continuo sin da subito... è sicuramente un gioco che richiede dedizione, allenamento e grande determinazione. La ricerca della perfezione è essenziale e in questo principio si concentra tutta la cultura orientale che il grande maestro vuole trasmetterci. Un gioco che tecnicamente porta i Souls ad un nuovo livello e corregge gli errori fatti in passato.

GAMEPLAY
Partendo da una telecamera che si perde ancora un pò nelle boss fight con i nemici più grossi, ma non va mai troppo a far perdere la visuale.Il nuovo protagonista infatti adesso può saltare ed è molto più semplice venir fuori da angoli in cui la regia perde l'inquadratura con il personaggio. Il combat system è il migliore messo in piedi prima d'ora e ruota intorno alla costruzione di un unica build che rimarrà per tutta la durata del gioco. Se in Dark Souls la meccanica del parry resta una scelta ovviabile, in Sekiro diventa indispensabile ed è necessario impararla quanto prima per andare avanti...Ma andiamo con ordine e vediamo le differenze sostanziali tra gli ultimi capitoli Souls per capirne l'approccio.

COMBAT SYSTEM
In Dark Souls come abbiamo già detto, il combat system fa sicuramente leva sulla costruzione di una build che possa renderci agili e forti allo stesso tempo, attraverso una profonda caratterizzazione e diversificazione di oggetti, armi e corazze...il tempo passato sui dungeon tra morti e scoperte ci viene ripagato in punti che andremo a spendere per aumentare le statistiche, una tra tutte la stamina che rappresenta il cuore dell'azione. Compiere azioni d'attacco, di parata o di schivata andrà a consumare questa barra ed è sicuramente la statistica più importante da tenere d'occhio...Anche Bloodborne pur essendo più action rispetto alla saga Souls cerca di mantenere queste statistiche e una buona dose di costumi e armi, anche se in modo limitato rispetto ai dark souls. In Sekiro tutto viene stravolto...via le statistiche di stamina, via la possibilità di costruire una build, questo titolo si spoglia di quelle vesti GDR e diventa ferocemente action. Il nostro protagonista dotato solo di una katana e di un braccio potenziabile,ora può colpire all'infinito il nemico attraverso un sistema di botta e risposta tra colpo e parata, rendendo lo scontro molto tecnico e attento. A calibrare ogni scontro entra in gioco la barra della postura, una statistica che regola l'equilibrio dell'avversario. Una volta che questa barra andrà a collassare potremo infliggere il colpo di grazia all'avversario. È un sistema di combattimento che premia la costanza del giocatore più tenace e determinato e lo porta ad essere perfetto e meticoloso in ogni scontro. Per diventare statisticamente più forti in questo gioco dovremo battere i boss e i miniboss, per diventare più abili serve il duro allenamento che il gioco ci impone dall'inizio alla fine. Ogni scontro in Sekiro è pensato per darci una lezione di vita, per farci superare un limite, e da ogni lezione si impara sempre qualcosa. Come abbiamo detto non c'è un vero e proprio livellamento o costruzione del personaggio, ma uccidendo i nemici si ottengono comunque dei punti spendibili per sbloccare le abilità della protesi dando ancora più profondità ad un combat system già molto tecnico...l'uso della protesi dovrà comunque essere dosata con parsimonia in quanto andrà a consumare degli emblemi limitati ricaricabili ad ogni morte, che potranno continuamente essere guadagnati o acquistati. Ma parliamo di un altra meccanica molto importante introdotta "La resurrezione" un importante cambiamento che cerca di dare una chance al giocatore. Infatti ora è possibile scegliere di tornare in vita attraverso un potere di resurrezione concesso dal nostro erede Divino, dandoci la possibilità di non perdere i punti abilità e le monete accumulate, non più recuperabili come invece avveniva nei precedenti Souls.

Ogni volta che sceglieremo di usare questo potere faremo ammalare la gente di Ashina inclusi i mercanti, è chiaro come from software voglia accendere la speranza di rivalsa nel giocatore, caricandolo di responsabilità e consapevolezza ad ogni sua morte. Il comparto tecnico è uno dei migliori mai creati, si avvertono dei leggeri piccoli cali di frame nelle zone ad alta densità di nemici, ma mai nei momenti più importanti come le Boss fight. Il Giappone feudale dipinto in pieno stile dark fantasy da from software fa da scenario ad una storia coinvolgente che scorre su binari lineari, mantenendo un po' di quello stile criptico che ha sempre caratterizzato queste opere.

La struttura del mondo di gioco resta simile a quella di dark Souls 3 con un sistema di checkpoint abbastanza bilanciato e mai frustrante, anche perché adesso le fasi esplorative sono rese più accessibili attraverso le meccaniche di salto e arrampicata e il tutto è impreziosito dall'uso di un rampino che ci permetterà di raggiungere zone altrimenti irrangiungibili. La fase stealth non è molto ispirata, ma l'uccisione da dietro resta una meccanica a cui non potremo mai fare a meno quando si tratterà di liberare la strada attorno a noi e spesso sarà la scelta meno rischiosa a portarci avanti.

COMPARTO SONORO
Il comparto sonoro è semplicemente unico con suoni di spada scintillanti, impatti e musiche ispirate che sanno incarnare al meglio l'atmosfera di questo Giappone sengoku, doppiaggio in inglese e giapponese di alto livello e anche quello italiano riesce a rendere giustizia ad un gioco che nell'universo Souls resta unico.
Sekiro Shadows Die Twice resterà impresso nella mente di tanti giocatori amanti della sfida che hanno ritrovato in questi titoli la capacità di superare ogni volta i propri limiti.
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